Con la sentenza n. 9803 del 13 maggio 2015, la corte di Cassazione ha previsto che, accertata la ità della cessione del ramo d’azienda e non reintegrato il lavoratore come da ordine del giudice, il danno riconoscibile al dipendente è pari alla mancata percezione della retribuzione a carico dell’impresa cedente.
Accertata la ità, la pretesa pecuniaria avanzata contro la cedente non poteva avere ad oggetto la retribuzione, in assenza della prestazione lavorativa, ma solo il risarcimento del danno da mancata ottemperanza all’ordine giudiziale di reintegrazione.
L’effettiva mancata prosecuzione del lavoro alle dipendenze dell’impresa cedente produce per il lavoratore un danno pari alla mancata percezione della retribuzione, detratto quanto eventualmente percepito a causa del lavoro di fatto reso per la cessionaria, fino al momento della volontaria risoluzione del rapporto di lavoro.