Denuncia di fatti aziendali penalmente rilevanti da parte del lavoratore: quando è legittimo il licenziamento?

Con la sentenza n. 17735 del 18 luglio 2017, la Corte di Cassazione è nuovamente intervenuta in materia di legittimità del licenziamento a seguito di denuncia, da parte del lavoratore, di fatti aziendali potenzialmente rilevanti dal punto di vista penale.

Già in precedenza, la Suprema Corte, chiamata a valutare condotte analoghe, ha escluso che la denuncia di fatti di potenziale rilievo penale accaduti nell’azienda possa integrare giusta causa o giustificato motivo soggettivo di licenziamento.

Questo, a condizione che non emerga il carattere calunnioso della denuncia, che richiede la consapevolezza della non veridicità di quanto denunciato e, quindi, la volontà di accusare il datore di lavoro di fatti mai accaduti o dallo stesso non commessi.

Nel caso di specie, i fatti segnalati alla autorità giudiziaria riecheggiavano il contenuto di quelli già divulgati dalla stampa e discussi in sedi istituzionali, traducendosi nella istanza di vaglio di una condizione di massiccio ricorso della società agli ammortizzatori sociali a fronte di un andamento estremamente positivo della attività produttiva aziendale.

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