Con la sentenza n. 848 del 20 gennaio 2015, la Corte di Cassazione ha precisato che l’attività investigativa sul dipendente è giustificata non solo per l’avvenuta perpetrazione di illeciti e l’esigenza di verificarne il contenuto, ma anche in ragione del solo sospetto o della mera ipotesi che illeciti siano in corso di esecuzione.
Nella fattispecie in esame il convincimento della Corte si è basato sull’esito di un’attività investigativa, rientrante nei poteri di controllo datoriale, della quale è stata valutata la correttezza di esecuzione, in quanto esercitata in luoghi di pubblico transito al fine di verificare nel modo più immediato possibile se i percorsi seguiti dal dipendente erano esattamente quelli preordinati alle visite presso i clienti costituenti, a loro volta, l’oggetto della prestazione lavorativa in esame per la quale il medesimo lavoratore chiedeva i compensi ed i rimborsi delle spese di viaggio.