LICENZIAMENTO IN COSTANZA DEL PERIODO DI PROVA: È IL LAVORATORE A DOVER PROVARE L’ILLEGITTIMITÀ
La Cassazione, con sentenza n. 26679/2018 ha stabilito che il lavoratore che impugni il licenziamento intimato per mancato superamento del periodo di prova, deve provare:
- o che le modalità dell’esperimento non siano state adeguate ad accertare la sua capacità lavorativa;
- o il positivo esperimento della prova;
- oppure la sussistenza di un motivo illecito o estraneo all’esperimento stesso.
AFFISSIONE DEL CODICE DISCIPLINARE NON È SEMPRE NECESSARIA AI FINI DELLA VALIDITÀ DEL LICENZIAMENTO
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 28232/2018 ha statuito che la pubblicità del codice disciplinare (tramite affissione in luogo accessibile a tutti i lavoratori), necessaria per dare validità alle sanzioni disciplinari conservative, non è sempre necessaria al fine della validità del licenziamento disciplinare, qualora lo stesso sia intimato per giusta causa o giustificato motivo soggettivo come definiti dalla legge.
LICENZIAMENTI PER GMO ILLEGITTIMI SE LA SCISSIONE AZIENDALE È IN FRODE ALLA LEGGE
La Corte di Cassazione, con due sentenze “gemelle” (la n. 19863/2018 e n. 20620/2018) ha ritenuto illegittimi i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo intimati dopo una scissione aziendale, in quanto l’operazione societaria si suppone in frode alla legge qualora, nell’arco dei successivi 120 giorni, siano realizzati plurimi licenziamenti per giustificato motivo oggettivo.
VIETATO IMPEDIRE L’ASSEMBLEA SINDACALE ANCHE SE INDETTA DA UN SOLO COMPONENTE DELLA RSU
La Corte di Cassazione con sentenza n. 26210/2018, ha stabilito che è vietato impedire l’assemblea sindacale anche se indetta da un solo componente della RSU.
Infatti, rientra tra le prerogative attribuite a ciascun componente della RSU di indire un’assemblea sindacale purché sia stato eletto nelle liste di un sindacato dotato di rappresentatività nell’azienda di riferimento.
DOPPIO CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE: SE IL LAVORATORE NE PERDE UNO SPETTA LA NASPI
La Corte di Cassazione con sentenza n. 26027/2018, ha ritenuto legittima la corresponsione dell’indennità di disoccupazione (NASPI) al lavoratore in somministrazione che “perde” uno dei due contratti.
A giudizio della corte l’indennità è dovuta se il lavoratore per effetto della cessazione di uno dei due rapporti che aveva stipulato con il somministratore si trovi, senza sua colpa, in una situazione economica che non le garantisce il raggiungimento della soglia legale del minimo imponibile.
NEL PERIODO DI COMPORTO RIENTRANO LE ASSENZE PER INFORTUNIO SE È ESCLUSA LA COLPA DEL DATORE DI LAVORO
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 26498/2018 ha stabilito che rientrano nel computo del periodo di comporto le assenze dipese da infortunio o malattia professionale quando è esclusa la responsabilità oggettiva dell’imprenditore o una espressa previsione del contratto collettivo che escluda tali giorni dal computo complessivo.
LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA SE IL LAVORATORE NON GIUSTIFICA LE PROPRIE ASSENZE
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 26647/2018 ha giudicato legittimo il licenziamento
di un lavoratore, colpevole di assenze ingiustificate, in quanto il licenziamento è stato intimato a seguito all’applicazione del procedimento disciplinare consentendo quindi al lavoratore di giustificare le assenze rispondendo alle contestazioni disciplinari.