RIFIUTO DEL LAVORATORE AL DISTACCO: COMUNICARE LE MOTIVAZIONI NON È OBBLIGATORIO
Con la sentenza n. 32330/2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che nel distacco è richiesto il consenso del lavoratore solo qualora il provvedimento “comporti un mutamento di mansioni” rispetto a quelle già svolte presso il soggetto distaccante.
Ne consegue che il lavoratore distaccato deve far presente al datore di lavoro il proprio rifiuto, ma non è tenuto a rendere note le ragioni del diniego.
RITARDARE LA GUARIGIONE DALL’INFORTUNIO CON ALTRA ATTIVITÀ LAVORATIVA? LICENZIAMENTO LEGITTIMO
Con la sentenza n. 32600/2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’infortunio non esclude la possibilità di svolgere un’altra attività lavorativa, a condizione che questa attività non determini un ritardo nella guarigione o un aggravamento.
È dunque legittimo il licenziamento del lavoratore che ritarda, con un’ulteriore attività lavorativa, la propria guarigione.
INFORTUNIO SUL LAVORO: NECESSARIO LE SPECIFICO INADEMPIMENTO DATORIALE
Con la sentenza n. 32714/2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di infortunio sul lavoro, la pretesa risarcitoria del lavoratore non può pertanto attenere ad un inadempimento generico, ma deve essere riconducibile ad un inadempimento qualificato e specifico ovvero astrattamente efficiente alla produzione del danno (nel caso specifico trattasi di inadempimento connesso agli obblighi contrattuali in materia di sicurezza sul lavoro).