VOGLIAMO AUMENTARE LA PRODUTTIVITA’ NELLE AZIENDE?

BENE, INIZIAMO DALLE RISORSE UMANE CHE SONO LE NOSTRE RISORSE PIU’ PREZIOSE.

Mi capita spesso di entrare nelle aziende e di parlare con i soci, il titolare o con i vari direttori del personale i quali si lamentano dei dipendenti, della mancata produttività, del fatto che i lavoratori non si attengono alle regole, che non sono collaborativi e chi più ne ha, più ne metta.

Difficile che inizino un discorso da quello che funziona, per poi evidenziare quello su cui bisogna migliorare.

Normale direte voi, tu sei il Consulente del Lavoro e quindi se ti chiamano nelle imprese vuol dire che hanno bisogno di un intervento sulle aree in cui esistono criticità e loro evidenziano subito il problema.
Vero, verissimo. Ma è anche vero però che il problema non è sempre lì dove pensiamo di vederlo noi.
Mi spiego meglio. Le persone sono “macchine complesse”, definiamole così, che non sono prevedibili.
Hanno un loro vissuto e vivono il presente dove emozione, entusiasmo e motivazione sono leve importanti: leve che fanno la differenza. Sono quelle che danno l’energia su “come” svolgere le varie azioni durante la giornata.
Quindi o riusciamo a coinvolgere queste “macchine complesse” nei progetti della nostra impresa, negli obiettivi aziendali o non otterremo mai i risultati sperati.
 
Non è che con l’imposizione, la coercizione o altre forme di repressione che si ottengono le cose, ma solo con la “comunicazione”.
Parlare. Semplicemente parlare, spiegare il proprio punto di vista, le proprie idee e mettersi in un atteggiamento attivo di “ascolto”.
 
Saper ascoltare è importante perché se non facciamo solo “finta di ascoltare” ma ascoltiamo attentamente il nostro interlocutore, il nostro dipendente e usiamo tutta la nostra empatia per metterlo a suo agio riusciamo ad avere delle informazioni che sono fondamentali per la nostra azienda.
Il lavoratore è quello che è dall’altra parte della nostra scrivania, quello che opera, quello che effettivamente vede il lavoro da un punto di vista tecnico, manuale, pratico e riuscire a carpire delle informazioni sulle criticità che rileva quando quotidianamente svolge le sue mansioni sono una manna dal cielo per gli imprenditori.
E’ solo con l’ascolto che si possono capire i diversi punti di vista e si può rilevare cosa effettivamente non funziona nell’organizzazione o nella produzione.
Certo, bisogna mettersi in discussione e tante volte state pur certi che verrà fuori che molti problemi nascono proprio da errori commessi dalla stessa “proprietà aziendale”.
Non è facile, lo so e lo capisco. In questo modo le parti si invertono, ma vi posso assicurare che cambiare l’atteggiamento e aprire la comunicazione darà dei risultati insperati.
Non è vero che le persone se ne fregano.
Ognuno di noi ha delle potenzialità. A ognuno di noi piace essere ascoltato e considerato e riconosciuto per il lavoro che svolge quindi, quando diciamo che le cose non funzionano all’interno dell’azienda, la prima domanda da porsi è: “ma io ho fatto tutto quello che dovevo fare per ottenere il risultato che intendevo ottenere o potevo fare qualcosa di diverso?”.
Noi non possiamo pretendere che gli altri facciano cose diverse da quelle che fanno ma sicuramente noi possiamo lavorare su noi stessi per controllare le nostre azioni e fare in modo che queste azioni abbiamo delle conseguenze diverse su quelle degli altri.
 
Sandra Paserio – Consulente del Lavoro – Human Resource Management
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