La ricerca di Gartner di quest’anno, prevede che oltre il 40% della forza lavoro dovrà sviluppare nuove competenze dopo il Covid (vedi report) ma, per farlo, occorre partire dalla mappatura delle competenze.
In cosa consiste la mappatura delle competenze?
Mappare le competenze è come prendere le misure di una persona, prima di farle indossare il vestito che abbiamo nell’armadio.
Sappiamo benissimo che un vestito può stare a pennello su una persona, ma essere troppo stretto o troppo largo ad un’altra. Quindi cosa fare?
Prima di tutto bisogna conoscere la taglia, la forma e la vestibilità del nostro vestito.
Prendiamo ad esempio un ruolo di responsabile marketing. Dovremo aver chiaro il ruolo di quella funzione, quindi:
- Quali attività dovrà svolgere
- Quali competenze e abilità dovrà possedere
- Quanti anni e quali esperienze dovrà aver maturato e in quali settori
- Con chi dovrà interagire
- A chi dovrà riferire
- Quali persone dovrà coordinare
- Con quali colleghi dovrà collaborare
Una volta che conosceremo bene il nostro vestito, allora, andremo a cerca la persona giusta a cui farlo indossare.
Quindi, andremo a selezionare le persone che hanno delle competenze in linea con il ruolo che dovrà essere ricoperto.
Per farlo, andremo a misurare le competenze necessarie sia tecniche che soft, ossia le capacità relazionali, realizzative, cognitive e le c.d. meta capacità, ossia le capacità trasversali che influenzeranno tutte le capacità, come ad esempio la flessibilità la sospensione del giudizio o l’equilibrio e il bilanciamento personale.
Quando viene fatta la mappatura delle competenze?
Tornando alla nostra metafora, la mappatura la faremo quando stiamo cercando la persona giusta a cui far indossare il nostro vestito, ma anche quando una persona sta già indossando quel vestito e deve rimettersi in forma perché ha messo qualche chilo di troppo.
Quindi, per rispondere alla domanda, la mappatura delle competenze è utile sia in fase di selezione del personale che di miglioramento delle performance, in un percorso di cambiamento aziendale oppure nel momento in cui si intende strutturare un percorso di carriera o spostamento all’interno dell’azienda.
In questi ultimi casi, uno strumento interessante è sicuramente la valutazione del potenziale.
Con la valutazione del potenziale, infatti, si scoprono le capacità potenziali di una persona per uno sviluppo e una crescita futura all’interno dell’organizzazione.
Come viene effettuata la mappatura delle competenze e l’analisi del potenziale?
Attraverso un’intervista personale e degli assessment, individuali e di gruppo, che permettono ai valutatori abilitati di misurare le capacità oggetto di analisi e di restituire dei feedback strutturati volti ad iniziare un percorso di crescita personale e, nel caso, un percorso formativo idoneo ad acquisire le competenze mancanti per:
- colmare il gap tra quello che è il ruolo attualmente ricoperto rispetto il ruolo potenziale;
- oppure con l’obiettivo di migliorarne le performance.
Per tornare alla nostra metafora, quindi l’assessor certificato è come dietologo che aiuta la persona a rimettersi in forma, per fare in modo che il vestito gli stia sempre a pennello.
E proprio come il dietologo che utilizza un’anamnesi accurata per garantire il buon esito del dimagrimento, anche l’assessor certificato, utilizza l’assesssment center ossia un mix di strumenti, per garantire un alto livello di validità e affidabilità delle competenze oggetto di analisi.
Vediamo alcune interviste di persone che si sono rimesse in gioco.
Un percorso di cambiamento (videointervista con Roberta Capellaro)
Rimettersi in gioco per acquisire nuove competenze (videointervista con Paolo Testa)